La recente storia delle munizioni all’uranio impoverito che si sta consegnando alle truppe ucraine per contrastare l’esercito russo sembra abbia distolto l’italiano medio dal torpore zombificante dal quale pare sia affetto da molto tempo. Ma nonostante molte testate giornalistiche e la stessa nato dichiarino che siano armamenti innocui (almeno per chi non si becca la pallottola s’intende), negli ultimi trent’anni e passa sono molti i tabù che vedono seri problemi sanitari dovuti all’esposizione di tale materiale. Molti di essi hanno portato infatti svariati nostri connazionali dell’esercito ad ammalarsi di svariati tumori in luoghi dove si sono utilizzati questi munizionamenti come in Jugoslavia ed Irak. Ma a quanto pare persino dentro il territorio nazionale, tutt’oggi, esistono dei luoghi dove gli addestramenti internazionali fanno buon uso di tale arma: una di queste basi è proprio Capo Teulada.
A quanto pare nella splendida Sardegna la NATO ed il ministero della difesa italiano non si sono fatti molti scrupoli a sfruttare alcune zone militari per portare avanti i loro addestramenti interalleati. Il che non sarebbe un problema, se non fosse che le munizioni all’uranio impoverito causano problemi non irrilevanti alla salute degli stessi soldati che le utilizzano.
Secondo un articolo de “il giornale dell’ambiente”, nel non troppo lontano 2022 un caporalmaggiore di 29 anni si è ritrovato affetto da leucemia dopo aver prestato servizio nella suddetta base sarda per molti anni. I medici militari hanno attribuito il malanno a “colpa di età e genetica”, ma vista l’età ancora giovane del soldato i giudici hanno preteso che il ministero della difesa dimostri con fatti concreti l’innocenza del poligono di tiro.
Per di più già a maggio dello stesso anno (solo un anno fa) il tribunale di Cagliari ha deciso che i generali Giuseppe Valotto, Claudio Graziano, Danilo Errico, Domenico Rossi e Sandro Santroni (in servizio presso la base tra il 2009 ed il 2015) siano processati per disastro innominato poiché consci delle pericolosità di un pezzo di terra italiano praticamente sottratto dalla sovranità italiana e ceduto alla competenza nato, ignorando la pericolosità degli ordigni sparati (secondo la procura nella zona di Capo Teulada sono stati sparati almeno 11.785 missili anticarro Milan e non solo). a detta di Domenico Leggiero dell’osservatorio militare nei riguardi di quest’ultimo luogo “ noi siamo l’unico Paese al mondo in cui c’è un pezzo di terreno di Stato in cui lo Stato stesso non esercita la potestà. È talmente inquinato che quando siamo andati lì in commissione, alla domanda chiara del presidente state bonificando? Quanto tempo ci vorrà? La risposta è stata: 540 anni».
Nel contesto sardo già da più di vent’anni la popolazione limitrofa denuncia un allarmante aumento di tumori e persino deformazioni in neonati e animali. Per tentare di dar voce a queste persone che vedono i suddetti poligoni utilizzati da forze italiane ed inter alleate che simulano scontri anche con munizionamento anche al Torio (materiale ritenuto ancora più cancerogeno dell’uranio impoverito), esiste il comitato “gettiamo le basi” che insieme al referente Mariella Cao denuncia quello che può venire tranquillamente dichiarato un crimine nei confronti della popolazione inerme. E questo è solo un esempio fra tanti che però, magari un giorno, potremo sviscerare più nel dettaglio.
A che punto stiamo con l’Agenda
Vorrei fare il punto sull’Agenda 2030 partendo da lontano, per meglio farvi comprendere come ogni notizia che ci offre la stampa, anche la più banale, […]