Confessioni di un complottista: Transumanesimo e affini
Confessioni di un complottista: Transumanesimo e affini

Confessioni di un complottista: Transumanesimo e affini



Ci sono dei momenti della vita in cui bisogna fermarsi.
Restare fermi per analizzare il punto cui si è arrivati, ascoltare in silenzio il proprio io, pregare il proprio Dio, e prepararsi a ripartire.
Non è una semplice ricarica, ma è piuttosto acquisire nuova consapevolezza. In questo modo, anche ciò che ad una prima analisi può sembrare andato storto acquisisce un’aurea diversa e può essere rimediato.
Quindi un progetto scartato, un errore commesso o semplicemente la visione troppo superficiale di un problema vengono recuperati al lato positivo.
In questo ultimo mio momento di ascolto, la mia attenzione è stata rivolta alla preghiera.
Non ho mai pregato tanto in vita mia, e con così tanta forza, eppure…
Del mio rapporto con la religione e la spiritualità, del mio pensiero su gerarchie e riti, ho già scritto e detto in abbondanza. La mia fede è intatta, addirittura rafforzata dagli eventi, eppure…
Non mi lamento affatto che le mie preghiere non vengano ascoltate, anzi. Ho avuto prove molteplici del contrario, ho toccato con mano diverse volte l’intervento della Divina Provvidenza nella mia vita, eppure…
Eppure c’è qualcosa che non quadra.
A volte mi pare di non essere abbastanza umile, devo cercare di lottare meno e lasciarmi andare di più.
Eppure….
Mi è impossibile stare inerme di fronte questa deriva.
“Aiutati che il Ciel t’aiuta” diceva la mamma quando mi vedeva in crisi con lo studio.
Avevo bisogno di dirvi questo per cercare di accorciare le distanze tra noi, per farvi capire che io vivo sul vostro stesso pianeta e che facciamo parte della stessa specie.
Sembra una premessa strana, ma non lo è.
A volte mi capita veramente di ascoltare discorsi e vedere gente che non hanno nulla di umano.
Gente che sarebbe disposta a calpestare tutto e tutti pur di affermare le proprie sconclusionate ragioni.
Ultimamente mi è capitato spesso.


Se al silenzio si uniscono la preghiera quotidiana e la lettura di qualche saggio, magari suggerito da qualche amico o trovato qua e la sul web, il gioco è fatto.
Si possono trovare delle vere e proprie perle anche tra gli scrittori moderni. Pochissimi sono italiani, molti gli stranieri, anglofoni perlopiù.
In un paio di questi ho trovato la quadra al mio disagio interiore e la conferma di alcuni ragionamenti posti nel mio libro.
Questi due articoli sono stati una rivelazione e una grande soddisfazione per me perché, per quanto tu ti possa ritenere nel giusto, hai bisogno di conferme.
Il primo era la recensione del libro in 2 volumi “The Matter With Things”, scritto da Iain McGilchrist, uno psichiatra e filosofo inglese autore di numerosi best seller, purtroppo non tradotti in italiano.
In questo libro l’autore cerca di affrontare alcune delle domande più antiche e difficili che l’umanità deve affrontare, quelle che, tuttavia, hanno un’urgenza pratica per tutti noi oggi:
Chi siamo noi? Qual è il mondo? Come possiamo comprendere la coscienza, la materia, lo spazio e il tempo?Il cosmo è senza scopo o valore?Possiamo davvero trascurare il sacro e il divino?
Il mondo è essenzialmente inerte e meccanico, nient’altro che una raccolta di cose che possiamo usare?
Noi stessi, non siamo altro che i giocattoli del caso, coinvolti in una guerra di tutti contro tutti?
Perché, infatti, siamo impegnati a distruggere tutto ciò che è prezioso per noi?
Un’impresa titanica, credo, e forse è per questo che il tutto è composto in 2 volumi.
E sembrano pure pochi
Ma il lettore, colui che ha esposto la recensione che ho letto, era veramente entusiasta del suo contenuto, e, alla fine, anche io ne sono rimasto affascinato.
Tutti noi sappiamo che il nostro cervello umano è composto da due emisferi, sinistro e destro, i quali presentano significative differenze funzionali: il linguaggio è un aspetto che caratterizza la parte sinistra del cervello, mentre la parte destra si occupa di percepire in modo globale un quadro, una mappa o un insieme di immagini, cogliendo i rapporti presenti tra gli elementi che li compongono.
Tutto questo per i destrimani, mentre nei mancini il discorso è rovesciato.
Si potrebbe erroneamente pensare una zona sia più “evoluta” dell’altra e che il ruolo dominante dell’emisfero sinistro nei processi linguistici, sia scritti che orali, abbia funzioni più importanti o “elevate” rispetto all’emisfero destro: numerosi studi hanno dimostrato invece come i due emisferi cerebrali presentino differenti specializzazioni, tutte fondamentali nella realizzazione dei processi cognitivi e nella costruzione del pensiero in senso lato.
Seguendo i percorsi della neurologia, della filosofia e della fisica all’avanguardia, l’autore rivela come ognuno di essi ci porti a una visione del mondo simile, profonda e bella, e che sia in linea con le tradizioni più profonde della saggezza umana.
Egli sostiene che siamo diventati schiavi di un resoconto di “cose” dominate dall’emisfero sinistro del cervello, accecati davanti a una realtà maestosa che è tutto intorno a noi.
La formula chiave dell’opera di McGilchrist è che se qualcuno avesse deciso di distruggere la felicità e la stabilità di un popolo, sarebbe stato difficile migliorare la formula attuale: allontanati il più possibile dal mondo naturale; ripudia la continuità della tua cultura; credi di essere abbastanza saggio da fare tutto ciò che vuoi e il diritto di mettere a tacere coloro che non sono d’accordo; minimizza il ruolo svolto da un corpo comune di credenze; attacca e smantella attivamente ogni struttura sociale come potenziale fonte di oppressione; e rifiuta l’idea di un insieme trascendente di valori.
Il dottor McGilchrist ci vuole dire, con la sua opera, che è stata creata una cultura e una civiltà che produce persone infelici e instabili e fornisce loro i mezzi per rimanere nascosti al resto del mondo e/o per infliggere un omicidio di massa.
Iain McGilchrist conduce quindi il lettore a una rivoluzione tranquilla ma di vasta portata nella comprensione di chi siamo come esseri umani, con conseguenze potenzialmente importanti per molte delle preoccupazioni: dall’ecologia all’assistenza sanitaria, dall’economia all’intelligenza artificiale– che pesano sul nostro presente e oscurano il nostro futuro.
È una visione che riporta in vita il mondo, e conduce noi a un modo migliore di viverlo: un modo che dobbiamo abbracciare se vogliamo sopravvivere.


Molti non capiscono ancora l’aspetto spirituale di questi avvenimenti storici che stiamo vivendo. E sicuramente mi giudicheranno un pazzo per queste mie parole.
Ma sbagliano, come sempre.
Quando gli fai notare le contraddizioni a cui danno seguito, agli obbrobri legislativi cui obbediscono, all’analfabetismo funzionale di cui si sono resi partecipi, li vedi annaspare nella paura, come pesci fuor d’acqua.
Dove la loro acqua è un mare di ipocrisia riversata dall’informazione mainstream che li sta sommergendo.
Hanno paura di dover ammette d’aver sbagliato a seguire il suono delle sirene che li richiamava, illudendoli con la visione di un Nuovo Mondo.
Quello prospettatogli non era altro che l’inferno.
Magari progettato e costruito in centinaia d’anni con l’aiuto di tutti, compreso il mio.
Gente che, nell’arco della loro breve vita, non era riuscita a vedere la trama di quel che veniva realizzato. Gente che ha dato la sua vita, inconsapevolmente, per la sua realizzazione: credeva di morire per la propria Patria, o magari per la libertà, e invece si sacrificava per chi creava gabbie, sempre più capienti.
Solo pochi e inascoltati profeti sono riusciti a capire la storia: scrittori, cantanti e poeti. Anche qualche politico, magari eretico.
Oggi sarebbero additati come “complottisti”. Son sicuro che ne sarebbero fieri.
Come lo sono io.

E questo è l’argomento trattato dal secondo saggio in cui sono incappato in questi miei giorni di “ricarica” interiore. L’autore è Paul Kingsnorth, uno scrittore inglese che vive nell’Irlanda occidentale. E’ stato anche ex vicedirettore del The Ecologist e co-fondatore del Dark Mountain Project.
Sinceramente non è stato il titolo, “L’Anticristo ora governa tutti noi”, ad attirare la mia attenzione.
Piuttosto scontato e abusato.
Quando il male è così evidente (guerre, carestie, crisi economica, crisi dei valori) salta fuori il solito Belzebù.
Io stesso ho scritto che la situazione attuale richiama alla mente i testi biblici che narrano la sua venuta.
Quel che, invece, ha attirato la mia attenzione è stato il sottotitolo: “L’era del progresso ha trasformato tutto in macchine e denaro”.
L’articolo, anche questo in inglese (The Anti-Christ now rules us all –
The age of progress has turned everything into machines and money) inizia proprio col dire che “Nel corso della storia, i poeti, i profeti e i mistici hanno generalmente svolto un lavoro migliore nel predire il futuro rispetto a esperti, politici o scienziati. Generalmente la ricompensa per la loro perspicacia è di essere ignorati o derisi, ma fortunatamente di solito sono abbastanza lontani dal centro per non notarli o preoccuparsi”, e mi son detto “Caspita! Sta parlando proprio di noi complottisti!”
Non ho potuto fare a meno di continuarne la lettura.
E inizia a elencare una serie di personaggi che lo guideranno per tutto l’articolo a esplicare il suo pensiero riguardo il progresso dell’uomo che avrebbe deviato dal suo percorso naturale, ausilio per l’uomo, per rivoltarsi contro il suo artefice.
Il primo personaggio che cita è Il mistico e pensatore francese René Guénon. Nei suoi due libri ( The Crisis of the Modern World e The Reign of Quantity and the Signs of the Times ), Guénon ha esposto la sua idea che il mondo moderno si fosse deteriorato in un regno di puro materialismo a causa di ciò che chiamò la “Deviazione occidentale” dalla verità eterna. Lo chiamò il “regno della quantità” e predisse il suo futuro crollo. Ma Guénon non parlava semplicemente di economia o di politica. Quello che stava succedendo, disse, era qualcosa di simile a una guerra spirituale, e come musulmano sufi non era timido nel nominare il suo antagonista. A quest’età, scriveva, “la parola ‘satanico’ può infatti essere propriamente applicata”.
Presentare il disordine come ordine e la verità come menzogna è il modo in cui si muove Satana, e i suoi complici, “agenti più o meno consapevoli dell’Avversario” miravano sempre a capovolgere la realtà: il giusto è sbagliato, il nero è bianco, l’alto è il basso, non esiste la verità,  fai quello che vuoi.
Questa è sempre stata la linea dell’Avversario, e oggi è prominente in tutti i campi. Lo si vede a occhio nudo.
E questa prima parte dell’articolo si rifà, in qualche modo, al contenuto dei due volumi di McGilchrist descritti sopra. Solo un uso distorto delle nostre facoltà cognitive, provocato e indotto da un intervento esterno, programmato e centellinato nel tempo, può far si che il bianco diventi nero.
Questo mi fece venire in mente altri due autori/profeti che in modi diversi preconizzarono questa nostra situazione odierna.
Il primo è senz’altro Chesterton, il quale profetizzò: “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto”.
Il secondo è senz’altro George Orwell con il suo psichedelico “1984” in cui affermava “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”.
Citando, come in un giallo, la sempre magnifica Agatha Christie “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, posso dire di aver trovato non tre, ma ben quattro autorevoli scrittori, e molto diversi e lontani tra loro, ( René Guénon, McGilchrist, Chesterton e Orwell) a conferma del mio pensiero riguardo al fatto che stiamo vivendo proprio un momento storico “particolare”.
E avevo appena cominciato a leggere questo articolo.


Proseguendo la lettura, mi imbatto nella citazione del filosofo della Silicon Valley, Kevin Kelly, secondo il quale la tecnologia oggi ha una sua mente e un suo scopo.
Kelly vede la tecnologia crescere in qualcosa di consapevole di sé e indipendente dai suoi creatori umani, come ha spiegato nel suo libro  “What Technology Wants”: “Può darsi che una volta fosse semplice che un vecchio programma per computer ripetesse a pappagallo ciò che gli era stato detto; ma oggi ogni computer è più simile a un organismo molto complesso che spesso segue i propri impulsi”.
E molti altri esperti della Silicon Valley, da Mark Zuckerberg con il suo Metaverse a Ray Kurzweil con il suo Singularity, parlano regolarmente allo stesso modo e di dove ci sta portando la tecnologia.
Il nostro compito, sembrano insinuare, è quello semplicemente di servirla mentre va avanti con le sue stesse forze, rifacendo tutto a sua immagine, ricostruendo il mondo, trasformando l’uomo e le sue abitudini, se siamo fortunati, in piccoli dei.
Ecco il principio e la fine di tutto. Quel serpente che ancora striscia tra noi e ancora ci ripete: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”.
A questo mirano i “transumanisti”, le élite mondialiste e sovranazionali, coloro che vogliono la vita eterna svuotando l’uomo della propria umanità per riporre, poi, quel che rimane delle coscienze, in corpi bionici, con pezzi intercambiabili, e difficilmente aggredibili dal tempo e dall’usura.
Per riuscire nella loro impresa devono svuotare l’uomo della sua anima, incutergli paura della morte e nascondergli Dio, o qualunque cosa lo rappresenti.
Per questi motivi hanno bisogno di una scuola che indottrini, e non insegni, le nuove generazioni; hanno bisogno dei media che indirizzino il pensiero, e non informino. Ma soprattutto hanno bisogno di provocare paura, incutere timore per il futuro. In questo modo le persone sono più propense a chinare il capo e ad obbedire. Anche a leggi contorte e contraddittorie.
“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza”, ricordate?
Forse sono solo io, ma il continuo e rapido capovolgimento di tanto, che prima davamo per scontato, sembra avvenire sempre più indipendentemente dall’azione umana. È come se qualcos’altro si fosse manifestato in un modo su cui non riusciamo a capire bene, e avesse stimolato la follia dei tempi.
E, come l’autore dell’articolo, possiamo dare un nome a questa forza: un nome meno provocatorio di Anti-Cristo. Manteniamolo semplice. Chiamiamo semplicemente questa forza  Progresso.
E ciò che il Progresso vuole è la fine della storia.
Il filosofo Augusto Del Noce, lui si, italianissimo, vedeva l’era moderna come una rivoluzione completa e permanente, una rottura radicale con il passato umano. Secondo Del Noce, l’uomo non tende a vedere il suo tempo come continuo di ciò che è accaduto prima, ma crede, invece, di vivere dopo una “violenta rottura con la storia”.
L’epoca moderna, ha spiegato Del Noce, guidata dalla scienza, dalla ragione e dall’io, rifiuta la nozione di qualcosa di “invisibile” o “al di là”. Dal 18° secolo in poi, la filosofia spazzò via la religione: il mondo era ormai inteso in termini puramente umani, e gestito con nozioni puramente umane. Tutto divenne immanente: letteralmente, con i piedi per terra. L’unica “trascendenza” che la nostra epoca permetterà è quella che creeremo noi stessi. Senza verità ultima o storia superiore, nulla ci impedirà di piegare l’universo ai nostri desideri. Dopo aver sostituito la religione con la filosofia, abbiamo quindi provato a mettere in pratica la filosofia su larga scala, con risultati terribili.
“il potere spirituale che nel medioevo era stato esercitato dalla Chiesa… oggi può essere esercitato solo dalla scienza”. In questa “ concezione totalitaria della scienza”, “ogni altro tipo di conoscenza — metafisica o religiosa — esprime solo ‘reazioni soggettive’, che noi possiamo, o potremo, spiegare estendendo la scienza alla sfera umana attraverso strumenti psicologici e sociologici di ricerca.”
Quale tempo migliore, quindi, per il manifestarsi di nuovo del serpente tentatore. Ora che la conversione di gran parte del mondo religioso all’idea di modernità ha accelerato il processo di disgregazione che la rivoluzione moderna aveva scatenato.
Ciò che il Progresso vuole è la morte di Dio.
Ma ciò non può accadere perché l’Uomo non può vivere di sola immanenza.
Il desiderio di costruire “l’utopia” sulle ossa del vecchio mondo è stato il fuoco consumante del pensiero occidentale per 300 anni. Giacobini, bolscevichi, comunisti, socialisti, fascisti, nazisti, neoliberisti e molti altri hanno tutti tentato di ripulire il terreno e ricominciare, e non hanno ancora finito. Se un tempo i rifiutati della società imitavano sant’Antonio, ora copiano Che Guevara. “Tutto ciò che è solido si scioglie nell’aria”:  questa, nelle parole della sua mente rivoluzionaria più consequenziale, è la migliore descrizione dell’età dell’immanenza che abbiamo mai avuto.
Ciò che il Progresso vuole è una rivoluzione permanente.
Dopo il 1945, gli Stati Uniti si assunsero la responsabilità globale di condurre “la guerra dell’Illuminismo contro il proprio passato”. Ma un altro profeta, Simone Weil, scrisse che ”l’americanizzazione dell’Europa porterebbe all’americanizzazione del mondo intero” — e così è stato. Ma l’Europa, perseguendo la via della pura immanenza, aveva comunque già condannato se stessa, rivolgendo su se stessa le armi che da tempo aveva usato sugli altri e svuotando la propria cultura storica in nome del Progresso: «La colonizzazione può essere ottenuta con un solo metodo: sradicando un popolo dalle sue tradizioni. Gli europei hanno una lunga storia di pratica estensiva di questo metodo E ora stanno applicando lo stesso metodo su se tessi”.
Dove porterebbe tutto questo? Il risultato finale della rivoluzione della modernità, prevedeva Del Noce, sarebbe stata la frammentazione, il nichilismo e “la morte del sacro”.
Il nuovo totalitarismo, suggerì Del Noce, “negherebbe assolutamente la morale e la religione tradizionali”, basando invece la sua visione del mondo sul “dogmatismo scientifico”. Negherebbe tutte le “forze spirituali”, comprese quelle che, negli anni ’30, erano state utilizzate per resistere ai totalitarismi di Hitler e Stalin: “la tradizione cristiana, il liberalismo e il socialismo umanitario”. Sarebbe un “totalitarismo di disgregazione”, ancor più del comunismo russo, che si era presentato in una certa misura come una continuazione della tradizione nazionale. Questa volta, però, “la completa negazione di ogni tradizione”, inclusa quella delle “patrie” – le nazioni – porterebbe al governo delle uniche grandi istituzioni ancora in piedi: le corporazioni globali.
Di fronte a questa sfida, Del Noce ha insistito sul fatto che “le formule politiche attuali sono del tutto inadeguate”. Né la sinistra né la destra erano attrezzate per capire cosa stesse succedendo: entrambe, invece, si sarebbero tipicamente ritirate nelle loro storiche zone di comfort, con la sinistra che incolpava i “fascisti” e la destra che incolpava i “comunisti” per la disintegrazione in corso. La vera fonte della disgregazione, però, non era di parte: era la Macchina.
Il potere impetuoso che scorre sotto l’era del Progresso, l’energia del mondo moderno, il fiume che ci porta avanti – dove ci sta portando? Conosciamo la risposta. Gli esseri umani non possono vivere a lungo senza uno sguardo al trascendente, o un’aspirazione, vagamente compresa, a diventare tutt’uno con esso. Negato questo percorso, lo faremo nostro. Negato uno scorcio di paradiso, cercheremo di costruirlo qui. Questo mondo imperfetto, queste persone imperfette, devono essere soppiantate, migliorate, ricostruite. La materia imperfetta è nelle nostre mani ora. Sappiamo cosa fare.


Oggi che il piano è disvelato e che siamo vicini al suo completamento, chi non vede e reagisce è stupido e complice. Basterebbe ammettere di aver sbagliato, e la paura di ammetterlo si trasformerebbe in energia per rovesciarla, creando, allora si, le condizioni per un vero Mondo Nuovo.
Paura di ammettere d’aver messo la propria vita, quella dei propri figli, in pericolo, consegnandola nelle mani di una élite senza scrupoli, che non ha esitato a uccidere milioni di persone tra guerre di religione, guerre di trincea e campi di concentramento, da loro sempre finanziati.
Hanno dimenticato chi erano Josef Rudolf Mengele, Walter Freeman, Carl Clauberg.
Non sanno di cosa parli quando citi Goldman Sachs, Lehamn Brothers, Bear Sterns, Merrill Lynch.
E chi sono questi Rothschild? Magari conoscono i Rockefeller perché da sempre sinonimo di ricchezze. Ma non c’hanno mai ragionato sopra.
Per questo hanno affidato ai loro discendenti, medici e scienziati, banchieri e finanzieri senza scrupoli, il loro destino e quello dei loro cari.
Paura d’aver venduto le loro anime a dei demoni.
Eppure, nonostante tutte le evidenze, nonostante che il male sia stato svelato, ancora oggi c’e’ chi obbedisce loro.
Magari non ci credono più, ma obbediscono perché altrimenti perderebbero il lavoro, la scuola, sarebbero estromessi dalla propria famiglia, dai rapporti sociali.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Basterebbe ammettere l’errore per rinascere e uscire dal circolo vizioso in cui si è entrati.
E ripensare il tutto, vedere la propria vita da un’altra prospettiva.
Partendo dagli inizi.
Proprio dall’inizio di tutto.
“…..maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita…”
Questa è si una punizione, ma non leggo da nessuna parte che bisogna diventare schiavi per soddisfarla.
E invece, quando sento le ragioni di chi ha obbedito a leggi inique, contraddittorie e ingiuste, e accusano me di essere un pazzo, mi tornano alla mente le immagini di chi, persi nel deserto, assetati e affamati, rimproverava colui che li aveva liberati.
E non gli bastava l’acqua sorgiva dalla roccia o la manna che cadeva dal cielo. Volevano adorare il vitello d’oro di chi li aveva messi in catene.
Ma c’é un aspetto positivo in tutto ciò: sono riusciti a dividerci ma non a completare l’opera.
C’è, sicuramente, una presa di consapevolezza da parte di molti. Sempre più persone riescono ad andare oltre la superficie per capire che cosa succede, e, di quelli che non riescono, solo alcuni sono persi, molti sono solo profondamente feriti.
Si sta formando una massa critica che difficilmente può essere spenta, e non può fare altro che crescere. Cercheranno di ridurla con nuove emergenze e nuove guerre. Ma se terremo lo sguardo fisso al cielo e i piedi ben piantati a terra, nulla potrà abbatterla.
La consapevolezza della verità non può essere vinta.



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