Banale? Aprire le pagine di un libro non è banale. È un attimo d’intimità tra noi e la nostra immaginazione. Un momento della giornata dove ci siete solo voi, le pagine di un libro, e la vostra mente che crea scene incredibili, paesaggi spettrali, eroi leggendari. Tutto ciò potrebbe essere abbreviato nella spiegazione di Francesco Petrarca, che scrisse; “Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso”.
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Molte persone ai giorni nostri non alleva più la passione per la lettura. Talvolta ci provano, ma quando aprono un libro, qualsiasi genere sia, vengono spesso e volentieri distratti dai molteplici specchietti per le allodole dei giorni nostri. Cellulari, tik tok, videogame. Alcune di queste non sarebbero nemmeno passatempi deplorevoli, ma rischiano spesso di allontanarci da quella passione che oltre a narrarci storie d’ogni tipo, ci aiuta ad allenare la mente e tenerla vigile.
A differenza di film, serie tv e videogames (dove l’occhio è già servito da immagini d’ogni sorta), un libro ha la capacità di costringere la nostra mente a creare gli scenari ed i personaggi in base a ciò che si legge. Un personale mondo che viene ricreato in maniera differente da altri lettori, rendendo ogni storia unica, seppur tracciata da un filo narrativo ideato da un altro scrittore.
Ma come ottenere e curare al meglio questa attività, allenando la mente e migliorando dizione e vocaboli personali? Basta non farsi fagocitare dal mondo che ci circonda. I social e le costanti notizie che ci bombardano giorno e notte, togliendoci persino il sonno in certi casi poiché carichi di dopamina, non fanno altro che lobotomizzare un mondo sempre più grigio e sterile. Una landa di cemento senza un filo d’erba, esacerbato da gravi sintomi psicologici che stanno distruggendo tutte le generazioni del mondo. Non è quindi forse giunto il momento di affrontare questa piaga?con discernimento?
Il mio modestissimo consiglio si divide in due parti: isolarsi per qualche ora al giorno da smartphone o dispositivi digitali e creare un ambiente ideale. Come un crostaceo che si accomoda in nuove conchiglie nell’arco della sua vita, così un lettore deve crearsi un suo spazio personale per non cadere in futili distrazioni. Con il proprio cellulare posto ben lontano da voi, con il silenzioso preferibilmente, trovate il punto dove nessuno può distrarvi. Uno studio, la camera da letto, su una poltrona circondata da librerie o chicchessia. Cercate ciò che vi rende accomodanti e restare da soli con il vostro libro e la vostra mente.
Se questo non vi basta, determinata musica può essere d’estremo aiuto. L’ambience music è di certo la mia fedele compagna in questi casi, ma permettetemi qualche esempio. Con “Uno studio in rosso“, di sir Arthur Conan Doyle, mentre il racconto ci catapultava tra gli impervi pericoli dello Utah e di alcuni sovversivi mormoni, ho ascoltato “Rural Autumn” del canale YouTube Martia’s Muses. La sua quiete e lo stile di un’America che non esiste più hanno creato un ottimo ambiente, mentre la drammaticità degli eventi ed il selvaggio west si facevano strada nella mia mente.
Un altro recente esempio è senz’altro “Blackwater” di Michael Mcdowell. Nell’oscurità gotic western della cittadina di Perdido, mentre la misteriosa Elinor dai capelli ramati si faceva strada con i suoi misteri dentro la famiglia Caskey, ad accompagnarmi fu senz’altro Acepe. Sempre su YouTube, l’ambience stoico non ha fatto altro che alimentare in me il senso d’inquietudine che lo scrittore voleva far trapelare dalle sue pagine. E mentre i segreti di Perdido s’intrecciavano con quelli di Elinor, la musica non ha fatto altro che invogliarmi a leggere avidamente ogni parola che mi si parasse davanti.
Leggere infondo è questo: ottenere un’intinità personale tra noi ed il racconto. Ricreare le scene e riviverle sono un romantico modo di emozionarsi. Un pregio che l’essere umano non dovrebbe perdere per qualche inutile reels, bensì custodire gelosamente.
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