Horatio Nelson “bacchettato” dalla dea Woke. Quando si pensava di aver toccato il fondo
Horatio Nelson “bacchettato” dalla dea Woke. Quando si pensava di aver toccato il fondo

Horatio Nelson “bacchettato” dalla dea Woke. Quando si pensava di aver toccato il fondo

“A sea Deity” la dea dei migranti…questa è l’opera Woke che è stata posta al National Maritime Museum di Greenwich. Né uomo né donna, né umano né pesce (ma ovviamente nera), la divinità del distorto mondo Woke che attacca l’eroe per eccellenza della Gran Bretagna, Horatio Nelson.



Nonostante non apprezzi questo personaggio storico, né tantomeno la perfida Albione, è pur sempre innegabile la sua epica nel contesto britannico. Ma nonostante ciò, in una mostra dedicata alla sua figura, viene affiancato dalla divinità dell’ipocrisia moderna, sminuendo durante la visita ogni comportamento effettuato dall’ammiraglio e duca di Bronte, con immagini interattive sparse tra le sale.

Citando “Il Giornale”: Il dialogo tra Horatio Nelson e la Dea protettrice dei migranti fa parte di uno spettacolo più ampio che include un personaggio genderless che protesta contro un capitano della marina. Ad un certo punto, il personaggio di Nelson afferma con arroganza: “C’è qualcosa di più glorioso che combattere per il proprio Paese? L’Inghilterra se lo aspetta”. La statua della Dea – ovviamente nera – ribatte:“Ascoltami, non siete gli unici ad aver mostrato coraggio e tenacia in mare. Molte persone sono costrette a compiere viaggi pericolosi per sfuggire alla guerra. Come protettrice dei migranti non ho bisogno delle vostre medaglie fantasiose e della vostra uniforme. La mia armatura e il mio giubbotto di salvataggio proteggono le persone dai pericoli. Porto con me le scorte essenziali, i ricordi e i sogni preziosi di ogni persona che proteggo. Cosa può esserci di più importante di questo?”.

Però a mio avviso questo articolo non basta: ho voluto cercare più nel dettaglio cosa si sta veramente celando dietro questo evento della cancel culture. E devo dire che altra carne al fuoco c’è eccome.

Dal 2019, anno nel quale lo storico direttore Kevin Fewster andò in pensione, il National Marittime Museum venne occupato da una nuova figura, ovvero Paddy Rogers. Costui fin da subito non ha fatto altro che cercare di accumunare la storia navale britannica verso un’unica direttrice: razzismo e schiavitù. Basta solo leggere un vecchio articolo dell’ottobre 2020, targato “Daily Mail”, che vi linko qui, per chiarirci le idee. Citandone un pezzo:

“Il museo prevede di modificare esposizioni e statue per riflettere la loro natura “più complessa”, come parte della strategia di rivalutare gli eventi storici. Non è chiaro se nei documenti del museo si sottolinei il fatto che dopo che la Gran Bretagna rese illegale il commercio degli schiavi nel 1807, la Royal Navy divenne una forza di polizia contro questa pratica barbarica.

Il National Maritime Museum cerca di comunicare la “spesso barbarica storia della razza, del colonialismo e della rappresentazione nella storia marittima britannica”, come riportato dal Telegraph. La nuova strategia sarà guidata dalle questioni sollevate dal movimento Black Lives Matter e utilizzerà un database per rivelare i legami britannici con la schiavitù. La revisione della storia navale britannica da parte del museo include anche le statue di eroi della Royal Navy, tra cui l’ammiraglio Edward Pellew. Il direttore dei Royal Museums Greenwich, Paddy Rogers, ha comunicato al personale che la rivalutazione sociale della storia coloniale, avvenuta dopo il rovesciamento della statua di Edward Colston a Bristol all’inizio di quest’anno, offre al museo un “momento per brillare”.

Black Lives Matter, Woke, Cancel Culture; sono tutte le dimostrazioni di un mondo anglosassone in decadenza, deciso a cancellare per un finto perbenismo l’identità dei popoli e con le sue rugose mani glitterate pronte ad agguantare anche la millenaria identità europea. Se sono capaci di sminuire la loro storia, figuriamoci se hanno dei problemi nel farlo anche con noi. lo stanno già facendo, sfruttando giornali e media per intortarci con un sempre maggiore disprezzo nei confronti della nostra storia ed identità.

Ma questo è un attacco ignobile a cui dobbiamo resistere. Un popolo può e deve vivere con la consapevolezza di comprendere tutta la sua storia, che sia ricolma di lati positivi o meno. Opponetevi al disprezzo di ciò che fu l’Italia. Opponetevi al ripudio verso la millenaria Europa. Perché un popolo senza identità, senza tradizione o consapevolezza del proprio passato, può essere modellato a piacimento da pochi che si credono moderni dei, a discapito dei nostri veri interessi nazionali.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *