In questi primi giorni del 2024, si fa un grande parlare sui media americani delle carte desecretate riguardanti il giro di pedofilia e violenze sui minori che avevano come teatro degli orrori l’isola Little Saint James, la piccola isola privata nelle Isole Vergini americane, a sud-est di Saint Thomas, e che era di proprietà dell’americano Jeffrey Epstein, condannato per reati sessuali su minori, dal 1998 fino alla sua morte, suicida in carcere (?) nel 2019.
al momento la questione sembra non interessare i media italiani, che l’hanno trattata sempre con superficialità e noia.
Vedremo in futuro.
Intanto occupiamoci della notizia, che per noi complottisti non lo è mai stata.
Da sempre, nei nostri ambienti, si parla di questa rete di pedofili che opererebbe su scala internazionale per recuperare “merce fresca” per le élite mondiali, tutte dedite a simili rituali. Per questo, in riferimento ai nostri media, ho scritto “vedremo in futuro”
Collegata ad essa vi sarebbero poi “quisquilie” aggiuntive quali il “Pizza Gate”, l’Adenocromo, tunnel vari, eccetera, ma non vorrei mettere troppa carne sul fuoco.
Concentriamoci sul personaggio principale, anche perché i documenti che stanno affiorando sono piuttosto esplosivi dal punto di vista politico, oltre che sul piano prettamente giudiziario.
Quindi: chi era Jeffrey Epstein?
Sicuramente fu un miliardario americano, che iniziò la sua carriera come insegnante di fisica e matematica presso la Dalton School nell’Upper East Side di Manhattan, per poi passare al settore bancario e finanziario in vari ruoli, lavorando presso la Bear Stearns prima di fondare una propria azienda,
la J. Epstein & Company, costituita per gestire le attività di clienti aventi un patrimonio netto di oltre 1 miliardo di dollari, come lui stesso afferma durante uno dei processi in cui venne coinvolto.
Sembra che l’unico cliente miliardario, il cui patrimonio veniva gestito da Epstein, e pubblicamente noto, era Leslie Wexner, presidente e CEO di LBrands (precedentemente The Limited, Inc.) e Victoria’s Secret, il famoso marchio statunitense di abbigliamento femminile che dal 2019 è il più grande rivenditore di lingerie al mondo.
Secondo, invece, l’ex ufficiale dell’intelligence israeliana Ari Ben-Menashe, Epstein gestiva un “honeypot” (Vaso di miele/centro di attrazione) per il Mossad dopo essere stato reclutato da Ghislaine Maxwell
Maria Farmer, la prima vittima a denunciare Epstein all’FBI, disse che tutte le persone coinvolte nell’operazione erano suprematisti ebrei che abusarono di lei in quanto non ebrea.
Ha affermato, inoltre, che tutta l’operazione era guidata dal gruppo Mega
Mega Group è un’organizzazione di miliardari, esclusivamente ebrei, creata per finanziare cause ebraiche e filo-israeliane.
Uno dei co-fondatori di Mega è stato proprio il proprietario di Victora’ Secret, Leslie Wexner, e che ha anche fornito a Epstein la sua casa da 77 milioni di dollari a Manhattan, utilizzata per i suoi giro di ricatto
In un articolo del NY Times degli anni ’90 già si parlava dell’appartamento, quando Wexner ne era ancora proprietario, descrivendolo come una reminiscenza dei film di James Bond
Wexner, quindi, era l’unico cliente del misterioso Fondo speculativo di Epstein e l’apparente unica fonte della sua ricchezza,
Epstein fu assunto per lavorare per Bear Stearns nel 1970 da Alan Greenberg, un altro membro del gruppo Mega. Prima di questo Epstein era solo un insegnante di scuola
Ronald Lauder, altro membro del Mega group, che è presidente del World Jewish Congress, è stato un grande donatore del partito Likud di Netanyahu
La collaboratrice di Epstein, Ghislaine Maxwell, è figlia di Robert Maxwell, una delle principali spie del Mossad.
Socio in affari di Robert Maxwell era Charles Bronfman, co-fondatore del gruppo Mega
Alan Dershowitz, avvocato e amico di lunga data di Epstein, è un ultra-sionista, autore di “The Case for Israel”, ed è stato considerato da Israele come suo rappresentante presso la Corte internazionale di giustizia, nota anche con il nome di Tribunale internazionale dell’Aia.
Epstein stesso ha avuto diversi incontri con l’ex primo ministro israeliano Ehud Barak nel suo appartamento di New York.
La Wexner Foundation di Les Wexner ha donato a Barak 2 milioni di dollari nel 2004 per una ricerca ancora non specificata
Barak afferma di essere stato presentato per la prima volta a Epstein dall’ex primo ministro israeliano Shimon Peres, che ha pronunciato un elogio funebre al funerale di Robert Maxwell
Epstein e Barak erano soci in affari in un’azienda tecnologica: il team esecutivo dell’azienda era composto tutti da ex membri dell’intelligence israeliana
Quindi, la conclusione è inevitabile: Jeffrey Epstein stava conducendo un’operazione di ricatto per Israele, sostenuto da sionisti molto potenti e con legami con i vertici del governo israeliano.
I suoi importantissimi “clienti”, politici, banchieri, finanzieri, magistrati, giornalisti e star televisive, non sono da considerarsi solo dei luridi depravati, ma, attraverso il loro passaggio sulla sua isola, diventavano ricattabili pedine del Mossad.
Inoltre, Jeffrey Epstein non era solo un sionista ossessionato dal DNA, dall’eugenetica e dallo spopolamento, che solo per caso fece donazioni alle Forze di Difesa Israeliane; era quello che potremmo definire un “suprematista ebraico”: lui e Ghislaine Maxwell, secondo le testimonianze delle sue vittime, raccolte in ripetuti processi pubblici, credevano che il loro DNA, e quello dei loro compagni ebrei, era superiore a quello di tutti gli altri, e questo giustificava l’abuso da parte loro e del loro gruppo nei confronti dei non ebrei.
Questo è chiaramente razzismo.
Non possiamo essere ciechi quando i razzisti sono ebrei.
Il problema qui è che non erano gli unici.
Sembra, da queste testimonianze, che tutto il suo gruppo oligarchico di amici ebrei condividesse la stessa convinzione. Come può qualcuno che crede che il proprio DNA sia superiore a quello di tutti gli altri avere fedeltà agli Stati Uniti o alla loro nazione invece di fedeltà a quella che lui e loro consideravano la “razza dal DNA superiore”?
Questo modo di pensare è presente in TUTTI coloro che oggi giustificano il genocidio che si sta perpetrando a Gaza.
A che punto stiamo con l’Agenda
Vorrei fare il punto sull’Agenda 2030 partendo da lontano, per meglio farvi comprendere come ogni notizia che ci offre la stampa, anche la più banale, […]
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