Fotosintesi ciarlatana. Perché tagliano gli alberi
Fotosintesi ciarlatana. Perché tagliano gli alberi

Fotosintesi ciarlatana. Perché tagliano gli alberi

Si sente sempre di più dire in giro che questa nostra società è completamente priva di valori, ed è vero, e ne ho anche già scritto abbondantemente. Come è sicuramente vero che i componenti di questa società sono completamente senza palle. Nessuno avrebbe mai pensato di proporre certi rovesciamenti culturali negli anni sessanta, dove c’erano ancora certi valori e certi ideali.




Negli anni settanta, alcuni sopravvissuti come me agli scontri in cui quegli ideali dimezzarono quei valori, frequentavano la scuola elementare. Si entrava a scuola col grembiule: i maschietti l’avevano nero con fiocco azzurro e le femminucce bianco con fiocco rosa.
Ognuno con la sua cartella che conteneva quaderni, penne e il sussidiario, l’unico libro, donato dallo stato, dove erano contenute tutte le materie che si studiavano a scuola: si andava così dalla Storia, alla Geografia, dalla Matematica all’Italiano, e che l’unica maestra, o maestro, usava per istruire una classe di 20 o 30 bambini.
La scienza era tra le materie che preferivo, assieme alla storia, perché ti spiegava cos’era e come funzionava il mondo che, piano piano, imparavi a conoscere.
Durante le ore di scienza si imparavano cose strabilianti tipo il ciclo dell’acqua che comprende evaporazione, condensazione, precipitazione, infiltrazione, scorrimento e flusso sotterraneo (ricordo ancora bene, vero?), oppure il ciclo delle maree, influenzate dalle forze di attrazione della luna, e anche la ciclicità del giorno e della notte e lo scorrere del tempo.
Ma un tema era affascinante su tutti: la “Fotosintesi Clorofilliana”.
Pare che oggi tutti si siano dimenticati di questo processo mediante il quale la clorofilla, contenuta nella foglia e che gli dà il caratteristico colore verde, assorbe la luce del sole e ne trattiene l’energia. Grazie all’energia del sole, l’anidride carbonica e la linfa grezza sono trasformate in zuccheri (linfa elaborata) utilizzati dalla pianta per crescere. E la pianta libera nell’aria, sempre attraverso questo processo, l’ossigeno, bene primario quanto l’acqua, per la vita dell’uomo e di tutti gli animali sulla terra.
Questo si insegnava a scuola quando c’era ancora del senno nella specie umana.
Per chi non lo sapesse, il “senno” è quella abituale capacità d’intendere, giudicare e operare nel modo più giusto e conveniente, per lo più dovuta a un innato senso di misura e di prudenza, almeno così c’é scritto sul dizionario della lingua italiana che accompagnava il mio sussidiario nella cartella.
E sembra che sia questo, il senno, a essere sparito completamente dalla società odierna, più dei valori e delle ideologie.
Perché altrimenti non si giustificano certe azioni da parte delle autorità “competenti” e nemmeno l’immobilismo della popolazione di fronte a certi fatti.


Nella mia città, come in molte altre, hanno iniziato a tagliare gli alberi. Non a potarli, come sarebbe necessario in molti casi visto che il verde pubblico dovrebbe essere una priorità di ogni amministrazione, ma proprio a segarli e a portarli via con la promessa di sostituirli.
A parte che alle promesse dei politici non crede più nessuno, ma voi veramente credete che chi non ha mai fatto potare un albero, lasciando che crescesse a dismisura, con i rami che toccano per terra, se addirittura non cadono prima in testa ai passanti, abbia mai l’intenzione di piantarne di nuovi?
La scusa, unica, che viene portata a chi chiede il perché di quei tagli é: “sono malati” contando sull’incompetenza dell’interlocutore.
Gli esperti sono loro, quelli stipendiati dal comune. Quindi chiedere loro ragione di quei tagli è come chiedere all’oste della bontà del suo vino.
Quando invece la domanda la pone uno esperto quanto loro, se non di più, al quale è evidente che quegli alberi sono sanissimi, la risposta cambia con: “rigenerazione urbana area verde”. Si badi bene: non parlano mai di “rigenerazione del verde”, ma di “rigenerazione urbana area verde”, quindi prendono l’area verde, senza alberi, e ci faranno quello che gli pare.
Ora, vi pare possibile che in questo tempo, dove tutti, dai politici, alle istituzioni, dai giornali alle televisioni, financo gli annunci pubblicitari, ci martellano ogni giorno sul non produrre CO2, fino a limitarci nell’uso delle nostre auto (pagate e tassate all’inverosimile), nel riscaldamento domestico (anche questo pagato e tassato oltre il dovuto), e c’è perfino chi ipotizza tappi per limitare le flatulenze bovine (di questo passo arriveranno anche per noi, tranquilli), c’è qualcuno che ha deciso di tagliare, letteralmente, l’unica arma naturale che abbiamo per limitare questa CO2?
E poi, perché?


Lo sappiamo da sempre, almeno dalle elementari, che gli alberi sono VITA per noi esseri viventi su questo pianeta.
Qualcuno, non solo sulla Terra ma nell’intero Universo, può contestare che le piante e gli alberi  hanno permesso la vita sulla terra attraverso la fotosintesi clorofilliana, assorbendo CO2 e producendo OSSIGENO 10 volte tanto? (Con 1 kg  di CO2 vengono prodotti, circa, dagli 8 ai 10 kg di ossigeno).
Ma basta poi un semplice ragionamento da adulto: se tutti gli uomini del mondo morissero domani mattina, tutto il CO2 globale attuale diminuirebbe del massimo 2 o 3%. Perché il CO2 è necessario alla vita delle piante come l’ossigeno è vitale per gli animali
Quindi, diminuire il CO2, con i metodi scelti attualmente dalla politica, è impossibile, oltreché dannoso.
Non esiste nulla al mondo (scienza e tecnologia compresa) che può eliminare il CO2 come fa la vegetazione, le piante, gli alberi, le foreste, i prati.
Tanto è vero che è un piccolo prato produce tanto ossigeno per 1 famiglia di 4 persone, e per tutta la vita!
Allo stesso modo una manciata di alberi, o un boschetto, producono tanto ossigeno e biomassa quanto serve ad 1 piccola comunità.
Quindi, se fosse vero quello che ci raccontano sulla CO2, gli alberi sarebbero da piantare a milioni, non tagliarli ovunque e indiscriminatamente.
E’ palese che i loro scopi sono altri, e sono gli stessi per ogni argomento che trattano: business.
Si tratta di molti soldi in ballo:
– in primis si tratta dell’introduzione dell’Internet of Things (I.O.T) e dell’espansione e potenziamento della rete 5G, in previsione della imminente digitalizzazione delle comunicazioni e procedure tra popolazione e pubblica amministrazione, il che vuol dire altissime emissioni di onde elettromagnetiche, che gli alberi, soprattutto pini, larici e abeti (quelli che fanno resina, per intenderci) rallentano o impediscono la trasmissione;
– poi dovete pensare che gli alberi, soprattutto quelli più alti, fanno ombra ai pannelli fotovoltaici che hanno installato ovunque, o stanno per installare. Perché li installano? Per limitare la CO2 prodotta per illuminare e riscaldare. Voi trovate un senso a tutto ciò?
– quindi abbiamo le recenti “Solar Farm”, che sono quelle distese di terreno adibite per l’impianto centrali elettriche formate dai pannelli solari. Sapete perché vengono chiamate “Solar Farm’? Perché solitamente vengono situate nei terreni agricoli espropriati ai contadini o invogliati ad abbandonali;
– infine la necessità di avere terreni privi di qualsiasi vegetazione per l’impianto dei campi eolici, la cui unica efficacia è quella di rovinare ogni panorama del nostro splendido Paese. E lo sapete che, inoltre, le turbine eoliche causano la morte di centinaia di migliaia di uccelli ogni anno? Inoltre, intorno ai parchi eolici, si verifica un aumento del fondo elettromagnetico che rende i terreni sfavorevoli all’abitazione e alla coltivazione nel raggio di almeno trecento metri.

Allora mi chiedo: se gli alberi significano la vita per noi, se li tagliano per interessi soltanto economici, andando anche contro la loro menzognera narrazione, se oltretutto queste emissioni elettromagnetiche sono un reale pericolo per gli Esseri Umani e le specie animali presenti sul pianeta, (vi ricordo che non è stato fatto alcuno studio sulla evidente pericolosità sul 5G, ma quelli effettuati sul precedente 4G erano catastrofici), perché non facciamo nulla, perché non reagiamo?
Tutti noi abbiamo bisogno di più verde, più ossigeno, più aria pura, più cibo sano, più sole, più sostanze nutrienti naturali.
D’altro canto, nessun additivo, meno farmaci possibili, meno vaccini possibili, meno controlli.
Questo solo vuol dire più libertà in ogni senso, senza minacce o ricatti, senza menzogne e fake-news istituzionali, trucchetti vari e guerre.
E invece vengono a dirci che fanno tutto per il “nostro bene”, per migliorare la nostra “qualità della vita”.
Se per “qualità della vita” si intende stare sempre nello stesso posto, in queste fantastiche città da 15 minuti a 30 all’ora, controllati ad ogni incrocio, appiedati, mangiando cibi prodotti da multinazionali che hanno usato, per produrli, terre rubate/espropriate ai contadini, e bombardati da onde elettromagnetiche usate per trasmettere inutili programmi TV o alimentare cellulari…. beh, credo sia normale (e sicuramente lo converrete con me) almeno rifiutarsi di percorrere questa via che altri, dal loro tavolo di comando, hanno deciso di farci intraprendere, forzatamente.
Ma non c’è alcuna reazione, nessuna ribellione a tutto ciò, tranne che in qualche isolato soggetto.
Francamente non se ne può più di cittadini che, invece di litigare tra di loro, dovrebbero semplicemente unirsi e fare fronte comune contro questa oramai normalissima anormalità che già ci sta portando verso un futuro incredibilmente poco umano, per nulla legato ad una reale etica umana e ad una vera ricerca del benessere, di prosperità, di felicità e realizzazione del singolo individuo.
Certo non raggiungeremo mai questi obiettivi facendoci manipolare e coinvolgere in una “logica da insetti”, come in un alveare, in cui c’è l’ape regina che comanda ed il resto delle api a suo servizio che sacrificano anche le loro vite per il suo bene e il bene comune dell’alveare.
Questa non è la vera e reale umanità a cui noi dovremmo tendere, ma è una distorsione, malefica, di quello a cui dovrebbero tendere in genere tutti gli Esseri Umani.
Ma possibile che nessuno si accorga di come anche solo tutti i bambini sono costantemente obiettivo di politiche assurde che li vedono sempre più allontanarsi da una allegra e spensierata gioventù, e vengono invece incanalati in un mondo fatto di doveri e di obblighi, di sacrifici e obbedienza, di conformità, adattamento al volere altrui (dove questo “altrui” è una autorità costituita di qualsivoglia genere), che va da un mero preside di una scuola al capo della sanità mondiale.
Ed il tutto senza pensare, senza fiatare, senza parlare, senza dissentire, senza utilizzare un pensiero prospettico, un pensiero critico, un pensiero computazionale, un pensiero creativo per ciò che riguarda sia il mondo che vorrebbero costruire, sia il loro modo di essere, sia l’umanità stessa nella sua interezza.
È imbarazzante vedere come si inneggi – politicamente, socialmente, mediaticamente – alla diversità, mentre di fatto la si seppellisce, la si distrugge, cercando di rendere tutti obbedienti, uguali, conformi a processi, protocolli, percorsi decisi e studiati a tavolino da poche persone che si sono auto elette “guide dell’umanità”.

Ora,, questo messaggio NON è quello di un “blogger” che vuole a tutti costi raggiungere un seguito per qualche motivo meramente individuale ed egoistico, per un suo tornaconto, ma è il messaggio di un uomo, appartenente al genere umano senziente, che nulla vuole in cambio se non il far capire alle singole persone che, seguendo la strada illuminata dai fari di una comunicazione al soldo del vero potere imperante nel mondo, andranno a perdere proprio l’umanità che credono di perseguire, e come tale questo messaggio dovrebbe essere volontariamente condiviso da tutti nel momento stesso che ciascuno ne rilevi l’autenticità dei concetti che ho esposto.
E’ un monito che mi sento di lanciare, pur nel rispetto del “libero arbitrio” di ognuno, affinché anche chi decidesse di restare immobile alla finestra, venga a conoscenza che il suo “essere umano” ha le ore contate.



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