È morto Berlusconi
È morto Berlusconi

È morto Berlusconi



Silvio Berlusconi se n’è andato proprio come ha vissuto per gran parte della sua vita: sotto i riflettori. Non poteva essere altrimenti e d’altronde siamo sicuri non gli sia dispiaciuto affatto andarsene così. Con lui se ne va’ una parte importante dell’Italia degli ultimi cinquant’anni, un uomo capace di importare la figura del self made man da oltreoceano e farne una versione nazional-popolare, un fenomeno di costume progenitore di un vero e proprio culto legato alla sua persona. 

Imprenditore di successo lanciato alla conquista del mercato edilizio e demiurgo dell’urbanistica Milanese, proprietario di una delle squadre calcistiche più iconiche e vincenti al mondo, l’ideatore della TV privata e del colosso dei media che ha tolto il monopolio delle frequenze a mamma RAI, padrone di un colosso dell’editoria e ovviamente il politico più amato/odiato d’Italia, l’unico capace di mantenere l’incarico di presidente del consiglio più a lungo di chiunque altro dal dopoguerra fino a oggi. Nonostante tutto forse il risultato più grande in un sistema politico volutamente ingessato e instabile al tempo stesso quale il nostro.

Berlusconi aveva innumerevoli talenti che in un modo o nell’altro ha saputo far germogliare in un insieme di attività che hanno trasformato la società Italiana. Probabilmente se non fosse sceso in politica oggi tutta Italia lo indicherebbe come esempio di genio imprenditoriale invece di ritrovarsi ad esultare o genuflettersi al suo trapasso; già perché l’ammirazione che spontaneamente si è coagulata a lui per poi alacremente evolversi in culto laico sostenuto da interessi di parte hanno fatto sorgere il fenomeno noto come Berlusconismo che come da miglior dialettica Hegeliana si è scontrato con la sua negazione in una lotta che si è divorata le migliori forze del paese per un trentennio buono. 

Dopo il crollo della Prima Repubblica la sua discesa in campo ha congestionato la politica del paese non tanto per causa sua, quanto per mancanza di valide alternative che si sono adagiate a perseguire la narrazione del cav per cercare di scrollarselo di dosso utilizzando gli stessi mezzi capaci di renderlo il fenomeno sociale che tutti conosciamo.

Il carisma naturale dell’uomo e la capacità indubbia di circondarsi di gente preparata (dai pubblicisti, a curarne l’immagine, ai politici e tecnici a dare un programma ai suoi governi) gli hanno consentito di diventare il primo politico più grande del suo stesso partito attirando a sé i partiti dalle istanze più disparate (ex msi, liberali, repubblicani, socialisti..) costringendo i suoi avversari a fare il medesimo gioco sul campo avverso pur di contrastarlo, portando così alla nascita di un bi-polarismo tipico nella società anglo-americana.

Berlusconiano o anti-Berlusconiano è stato il binomio che ha costretto un popolo a schierarsi e a combattersi in un contesto geopolitico che tragicamente stava tagliando fuori l’Italia dal decidere del suo futuro. Centinaia di giornalisti si riempivano le tasche per attaccare B. membri dell’intellighenzia si arzigogolavano in improperi paragoni con il ventennio Fascista scatenando un odio e un avversione senza precedenti così come senza precedenti è stata l’acrimonia dimostrata dalla magistratura che ha processato innumerevoli volte B. con l’unico scopo (dichiarato durante l’affair Palamara) di spodestare l’odiato rivale. 

Si può ben dire che se B. non fosse mai sceso in politica probabilmente le aule dei tribunali le avrebbe frequentate assai di rado come successo a molti potenti e influenti imprenditori Italia, alcuni dei quali suoi acerrimi rivali e concorrenti. Perché l’establishment odia chi viene a turbare le sue funzioni senza seguire i suoi schemi di potere, ben conscio di dover poi faticare per condurre il pastore dalle sue pecore.

A dimostrazione che l’Italia quando vuole riesce ancora a fare avanguardia il modello del cav è stato esportato in USA dove con l’elezione di Trump alla Casa Bianca abbiamo assistito alla replica stile Hollywood di una storia già vista, e di parallelismi ce ne sono parecchi specie sul fronte dei guai giudiziari che abbiamo modo di constatare toccano miliardaria accusati di essere divenuti tali grazie a manovre occulte che scelgono la politica in via diretta, mentre gli altri che non partecipano alle elezioni e fanno i filantropi son dispensati e fanno il bello ed il cattivo tempo, finanziando regime-change dai loro comodi attici.

Ad esempio e giusto per riflettere sul concetto di libertà di stampa: nei patri confini viene relegata secondo taluni studi a posizioni infime a causa del controllo sui media esercitati da Berlusconi, quando il più grande gruppo editoriale che controlla la quasi totalità dell’editoria più influente è in mano alla holding degli Agnelli e i social media indirizzano e abusano della loro posizione per influenzare l’opinione pubblica potendo contare su milioni di iscritti; ebbene dubito Berlusconi abbia mai avuto tanto potere e sono certo che determinati personaggi che fanno politica indirettamente non siano mai dovuti ricorrere a molti avvocati in vita loro. 

A Berlusconi è mancata la deriva new age e una qualche teoria messianica a supporto della sua lotta contro il male ma un fenomeno come QAnon si addice di più agli americani, e nessuna teoria riesce a reggere all’anti-berlusconismo ormai instillato in noi che crediamo alla persecuzione di Trump e in maniere totalmente incoerente all’assoluta colpevolezza di Berlusconi.

Intendiamoci: su questo canale parliamo di Storia e non solo, per questo abbiamo ritenuto doveroso parlare di un personaggio che ha fatto la storia del nostro paese anche se non condividiamo nulla di quanto offerto dal berlusconismo e ancor meno dai suoi avversari. La scelta di essere a-partitici sfocia in una volontà politica di rifiutare ciò che la Repubblica Italiana ha destinato noi fin dalla sua instaurazione, e non possiamo far altro che rigettare il fenomeno dell’inaridimento culturale che entrambi i fronti hanno causato al paese. Ciononostante è indubbio che l’esperienza ai vari governi di Berlusconi siano naufragati a causa di un sistema politico che rifiuta interferenze esterne al suo alveo istituzionale e da deliberate iniziativa della magistratura volte a modificare gli assetti politici come e più che con Tangentopoli.

In politica estera, giusto per enfatizzare dinamiche che tutt’oggi ci trovano perdenti, i governi di B. sfruttando capaci diplomatici riuscirono a instaurare un profiquo rapporto con la Libia e una solida amicizia con la Russia, iniziative che se mantenute avrebbero potuto garantire all’Italia un posto di rilievo in Europa e una minor sudditanza nei confronti degli USA. Tutto il lavorìo svolto sottotraccia per cercare di riprendere un discorso lasciato in sospeso da Craxi (non a caso “alleato” di B.) è stato mandato in frantumi per complicità di un sistema istituzionale che favorisce gli interessi della NATO e della UE a scapito dei nostri.

Ancora qualche mese fa B. riusciva a mantenere l’unico barlume di lucidità nell’analizzare la situazione geopolitica attuale e la guerra in Ucraina, costretto al silenzio in ossequio alla linea pro-NATO e sbeffeggiato senza ritegno da un pusillanime qualunque che si permise di darci lezioni di morale senza che nessuno trovasse da ridire qualcosa, considerando gli ampi finanziamenti da noi concessi al suddetto pusillanime.

L’avvento di Berlusconi ha permesso di decelerare il progetto di demansionamento deciso dalla UE rallentando il crollo del paese già svenduto sul Britannia e ha danneggiato il predomino della cultura di sinistra che dettava legge (e lo fa ancora) sui principali mezzi di informazione. Noi che trattiamo anche di animazione non possiamo che riconoscere il merito di aver almeno provato a darne una certa considerazione attraverso la programmazione in TV sulle reti mediaset considerando che nei decenni precedenti quando tali opere finivano sulla RAI subivano gli improperi dei docenti di realismo socialista, disgustati dal vedere pirati spaziali e robottoni “fascisti” promuovere valori distanti dai punti programmatici del partito. Se Berlusconi non ha migliorato l’Italia certamente non l’ha peggiorata.

Semplicemente la sua funzione è stata quella di catalizzatore della società che perdendosi dietro a lui si è lasciata addomesticare all’irrilevanza politica e culturale. Certo la sua figura andrà studiata e analizzata per l’impatto che ha saputo generare, cosa che non intendiamo certo fare con questo scritto, solo sarebbe il caso di smettere i panni degli ultras e cominciare a vedere una realtà ben più complessa che non si esaurisce dietro a considerazioni sempliciotte di chi lo ritiene un Angelo oppure un Diavolo. Giusto per ricordarsi che non serve l’affiliazione a una loggia massonica per influenzare la politica di un paese, basti pensare ai sette anni di governi tecnici durante il ventennio Berlusconiano che il male del paese l’hanno fatto alla luce del sole. 

Ma discorsi di questo tipo forse si faranno un domani, quando il ricordo del cav diverrà patrimonio della polvere sperando che rimanga ancora qualcosa dell’Italia; Noi che della rivoluzione Liberale non condividiamo nulla, non ci rispecchiamo nei valori del berlusconismo e consideriamo ben altro spessore e aristocratico spirito quando parliamo di Politica, certamente riconosciamo che la sua discesa in campo ha fornito tempo utile a formulare una reazione alla deriva socio-politica inaugurata durante Tangentopoli, inceppando gli ingranaggi della gioiosa macchina del fango. Se tutto questo tempo poi è stato sprecato nel tentativo di esorcizzare un demonio presente nell’immaginario di molti concittadini allora abbiamo ciò che meritiamo, e possiamo permettere il lusso a Silvio Berlusconi di lasciarci dopo una vita ricca di soddisfazioni.



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