Primo comando: la nascita del leggendario Jack Aubrey
Primo comando: la nascita del leggendario Jack Aubrey

Primo comando: la nascita del leggendario Jack Aubrey

Audace, bramoso di rivalsa, pronto allo scontro ed impacciato con l’aristocrazia britannica. Questo e molto altro è la raffigurazione di uno dei personaggi della letteratura d’avventura britannica più iconici di sempre. Al pari di un Richard Sharpe, con cui condivide il periodo storico ma non l’habitat di guerra, lo scontroso e temerario capitano della Royal Navy vi saprà accompagnare tra le onde che hanno segnato l’inizio dell’Ottocento.



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Per chi non fosse avvezzo a questi romanzi d’avventura, avrete sicuramente intravisto la figura del comandante Jack Aubrey nella pellicola cinematografica “Master and Commander”, interpretato da un magnifico Russell Crowe che dimostra le grandi capacità marinaresche sotto le insegne britanniche e in cui ha dato un contributo per la conquista di due premi Oscar.

Il suo scrittore, Patrik O’Brian, è diventato un maestro nell’arte di immergere i lettori nell’atmosfera marittima dell’epoca delle guerre napoleoniche. La sua precisione storica e la capacità di creare personaggi coinvolgenti hanno reso i suoi romanzi dei veri e propri tesori per gli amanti dell’avventura e della storia. Per di più parliamo di un ex membro dei servizi segreti della Royal Navy, il che rende la sua figura ancora più intrigante e si comprendono taluni concetti raccontati nelle sue opere.

Iniziando la lettura di “Primo Comando” nel 2013, mi trovai inizialmente scoraggiato dai numerosi gerghi marinareschi presenti nel libro. Tuttavia, di recente ho deciso di dargli una seconda possibilità e sono rimasto piacevolmente sorpreso. O’Brian è riuscito a catturare l’essenza degli scontri e dell’adrenalina che anticipava la battaglia, trasportandomi in un ambiente angusto fatto di cooperazione e disguidi tra i membri dell’equipaggio, intrighi e decisioni difficili.

Uno degli aspetti più affascinanti di “Primo Comando” è la profonda relazione tra il protagonista, il capitano Jack Aubrey, e il chirurgo di bordo, Stephen Maturin. Nonostante le loro differenze, i due sviluppano una connessione unica basata sul rispetto reciproco e sulla condivisione di avventure e interessi. Questa dinamica aggiunge un tocco di intimità e profondità emotiva al romanzo. La loro passione condivisa per la musica, proposta in maniera convincente anche nel film, gli regala quel tocco di classe che non fa mai male.

Inoltre, la relazione tra Aubrey e il primo ufficiale, James Dillon, si sviluppa tra una rivalità iniziale ed un legame di fiducia e cooperazione. Questo contribuisce a creare un’atmosfera avvincente a bordo della nave, in cui l’unità di una ciurma è fondamentale per sopravvivere alle sfide delle battaglie navali. Ma anche la fermezza di un comandante, sempre pronto a dover fare i conti con un gruppo di uomini che per una sconfitta di troppo potrebbero ammutinarsi.

O’Brian arricchisce il romanzo inserendo abilmente accenni storici come la battaglia di Algeciras e l’assedio di Genova. Questi eventi sono presentati in modo realistico e ben intrecciati nella trama, mentre il nostro protagonista, nonostante le sue abilità ineccepibili, dovrà fare i conti con un ambiente che sempre gli starà scomodo: l’aristocrazia britannica. Quest’ultima, incentrata su valori estetici ed anti meritocratici, si mostrerà molto spesso avversaria allo stesso Jack, mettendo in secondo piano le sue conquiste per lasciare spazio ad un ambiente fatto di raccomandazioni ed ostracizzante.

Insomma, se volete recuperare una lettura vecchio stile che difficilmente ritroverete in nuovi romanzi dell’epoca del politicamente corretto, questa saga può fare al caso vostro.


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