La Francia brucia, la democrazia muore
La Francia brucia, la democrazia muore

La Francia brucia, la democrazia muore

Gli alfieri d’Europa, l’equipe del governo al comando di Emmanuele Macron, hanno dimostrato quello che è chiaro oramai da tempo; il collasso dell’Occidente inclusivo e democratico è in rovina da un pezzo. E non è tutto iniziato solo dalla morte di un ragazzo algerino ad opera di un agente di polizia. I media vogliono farci credere che l’inizio delle rivolte sia dovuto ad un Black lives matter 2.0, ma in verità il marciume che ha stancato il popolo di Francia viene tartassato di cortei e barricate da anni.



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L’immigrazione è solo la punta dell’iceberg. Il popolo francese è sceso in piazza già tempo fa ai tempi dei gilet gialli, ai tempi dell’aumento della benzina e ai tempi di qualsiasi altro stravolgimento politico ed economico imposto da un’agenda europeista ed internazionale che vorrebbe non solo disintegrare la classe media, ma insistere sul folle motto di Klaus Schwab, ovvero non avrai niente e sarai felice.

Macron, che durante le rivolte era troppo occupato a godersi il concerto di Elton John, ha già mostrato la sua inefficienza. Al pari di una regina Maria Antonietta che dichiara nei confronti di un popolo affamato “che mangino Brioche” (anche se questa crudele frase non la pronunciò mai), si è limitato di dare la colpa ad una delle più banali passioni odierne, ovvero i videogames, additandoli come un istigatore di violenza. Dannazione, se fosse veramente così io, da buon appassionato di strategici, cercherei di conquistare il mondo da un pezzo.

Ma stupidaggini a parte iniziano a giungere informazioni inquietanti: tra i video che mostrano una violenza inaudita tra le strade francesi e persino la conquista di arsenali della polizia, quasi come se stesse tornando una nuova presa della bastiglia, una lettera trapelata dal ministero degli interni avrebbe dato il via ad una censura di internet nelle zone più calde per un periodo determinato, quasi come se volesse censurare tutto il marasma sfuggito al loro controllo. Una piccola notizia, il mondo o la parte intelligente di esso lo sa già da tempo.

Cosa ci dobbiamo aspettare? Che scoppi una vera e propria seconda rivoluzione francese in grado di portare la sua ventata anche da noi? Che la violenza continui a crescere sempre di più? È ormai palese che la politica europeista è divenuta indifendibile e disfunzionale, che il suo progetto di un comunismo arcobaleno ma pur sempre anti borghesia media sia soltanto un suicidio occidentale e che l’attaccamento alla politica d’oltreoceano sia fatale. Dovevamo aspettarci una situazione simile, e forse è meglio così. In ogni caso, se il governo italiano non smetterà di sottomettersi così facilmente al dictat di Bruxelles, rischierà una fine simile.


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