Si sa, la storia non smette mai di ricordare la ripetizione di molti avvenimenti. E di certo l’Italia non è da meno. Solo che come soleva dire Montanelli, “l’Italia è un paese di contemporanei”, ovvero un popolo che si dimentica troppo facilmente del proprio passato. E a quanto pare Giorgia Meloni si dimostra l’esempio lampante.
1918. I grandi sacrifici dei nostri fanti tra le trincee della grande guerra giungono al termine ed è ora di reclamare la vittoria che l’intero popolo italiano merita. Con il patto di Londra siglato con gli inglesi per entrare al loro fianco contro la triplice alleanza, il regno d’Italia avrebbe ricevuto in caso di vittoria molti dei territori irredenti di cultura italiana che si trovavano ancora sotto dominazione asburgica. Parliamo dell’Istria, la Dalmazia, alcune colonie tedesche e praticamente il controllo di tutto l’Adriatico.
Al congresso di Parigi giungono i plenipotenziari dei paesi vincitori e vinti. E indovinate un po’: gli Stati Uniti, non riconoscendo il patto precedentemente firmato, sabota l’accordo e gli inviati italiani fanno ben poco per reagire. Ed ecco qui la famosa vittoria mutilata, così tanto sbeffeggiata dagli attuali divulgatori della corrente piddina ma così tanto forte da ferire e far infuriare un intero popolo che vivrà il biennio rosso prima ed il ventennio fascista poi.
2023. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni, abbandonati i vecchi ideali di destra in favore delle potenze atlantiste, dichiara per mesi l’importanza che avrà l’Italia nella ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra contro la Russia (come se sapessero quando e come finirà). Vanta le occasioni che l’edilizia e l’industria italica otterrà nella ricostruzione in pieno stile “piano Marshall”, e ventate di rinascite economiche investirà il nostro bel paese. Bene. Il Messaggero ha pubblicato la mappa delle zone dell’Ucraina che verranno suddivise dalle potenze occidentali per la ricostruzione; manco a dirlo, l’Italia, insieme alla Polonia, si occuperà della zona del Donetsk, territorio che l’Ucraina ha nella carta perso e che molto probabilmente non riotterrà così facilmente. E niente, fa già ridere così.
P.S. Chiedo scusa nell’ aver paragonato la Meloni ai nostri antenati in guerra: loro almeno avevano la decenza di reagire.
A che punto stiamo con l’Agenda
Vorrei fare il punto sull’Agenda 2030 partendo da lontano, per meglio farvi comprendere come ogni notizia che ci offre la stampa, anche la più banale, […]