I numeri lo evidenziano; il giornalismo italiano sta sempre più cadendo nell’oblio sia in fatto economico che in quello di principi. La decadenza di un settore che ha così tanto deluso le aspettative dei lettori che, seppur non sempre sia una cosa positiva, ha portato sempre più persone a rifiutarsi di leggere i loro articoli, sia digitali che cartacei. Ma in fondo l’imbrogliare le persone, sminuendo fatti importanti e distruggendo la carriera di persone solo perché gli è stato imposto, può solo che portare ripercussioni.
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Constaterete voi stessi nell’immagine che vi lasciamo poco più in basso che le vendite delle testaste giornalistiche italiane sono calate vertiginosamente. E a ragione, aggiungo io, visto che la loro costante “caccia allo scandalo”, o “installazione alla paura” hanno semplicemente stancato.
Di esempi ne possiamo fare a iosa: le proteste, prevalentemente di sinistra, che accusano un innocuo, e a mio avviso toccante, spot dell’Esselunga di fascismo solo perché accentua il puro gesto di rivedere una famiglia riunita. Una insana critica che vuole accentuare il desiderio globalista di distruggere il principio della famiglia, ma soprattutto un becero pretesto per distogliere l’attenzione dalla grave crisi immigratoria che stiamo subendo.
La grande propaganda pro-Ucraina, che ha accentuato le grandi gesta militari contro l’esercito russo, si zittisce come se non avesse mai detto nulla quando si scopre che l’esercito di Zelenski non fa altro che ricevere sonore sconfitte e non è più in grado di attuare alcunché di contrattacco. Una belva morente che per sopravvivere si attacca alla flebo di un mondo occidentale che si sta indebolendo pur di aiutare chi oramai è condannato.
E per quanto riguarda l’emergenza climatica e quella pandemica? La paura è stata usata, e sarà ancora usata, per giustificare soprusi che sono stati attuati in nome di un’agenda alquanto pericolosa per i ceti medio-bassi. Ricordo che elogiarono un ex presidente del consiglio che per un breve periodo tolse persino il diritto alla mutua, mentre i sindacati, altri burattini a cui abbiamo già dedicato un articolo, non hanno reagito in nessun modo per tutelare i lavoratori. ed ora tocca all’emergenza climatica, dove seppur non rinneghiamo che esista un problema inquinante, è anche pur vero che le testate giornalistiche, soprattutto quelle italiane, pompano i numeri con dati esageratamente disastrosi per incentivare un cambiamento green che sta letteralmente distruggendo le classi più abbienti.
Del resto, che i giornali vengano sfruttati sia da partiti che, soprattutto, da multinazionali, è chiaro da tempo. Oggi il grosso dei nostri giornali è sotto il controllo di Exor, finanziaria olandese di dominio Agnelli (pensa te il meschino miscuglio globalista che creature crea), che certamente tiene a cuori interessi che vanno al di la della neutrale divulgazione. Ma esempi storici sono già avvenuti nel nostro paese: già solo agli albori della prima guerra mondiale, quando il Regno d’Italia restava ancora neutrale, molte testate giornalistiche vennero acquistate da potenze straniere per contagiare le masse per la neutralità (come tentò di fare la Germania imperiale) oppure per l’intervento (come fecero, con successo, britannici e francesi). Ma questo è un argomento che abbiamo già trattato in due vecchi video sullo spionaggio italiano durante la prima guerra mondiale, quindi mi limiterò aricondividerli qui in basso per farvi un’idea di cosa può fare un’ingerenza straniera.
A che punto stiamo con l’Agenda
Vorrei fare il punto sull’Agenda 2030 partendo da lontano, per meglio farvi comprendere come ogni notizia che ci offre la stampa, anche la più banale, […]