Si sa, oramai è abbastanza palese che ai grossi produttori videoludici di tutto il mondo aleggi l’allergia all’italiano: salvo alcune interessanti eccezioni, come nella trilogia di assassin’s creed 2 con Ezio Auditore o nell’apprezzata presenza italica in Battlefield 1, molti videogiochi stanno ben lontani dall’inserire il nostro bel paese, soprattutto negli strategici o spara tutto storici in cui predominano americani, inglesi, tedeschi e persino giapponesi. Ma perché evitare di utilizzare il nostro paese come nel recente strategico Conpany of Heroes 3, dove seppur si parli della campagna d’Italia del 1943-1945 troviamo qualche misero accenno della nostra presenza? Andiamo ad analizzare quali sono le vicissitudini che possono aver portato a tale isolamento
Un paese sconfitto e trascurato
Usciti sconfitti dalla seconda guerra mondiale come Germania e Giappone, l’Italia ebbe il dispiacere di avere un finale abbastanza diverso rispetto alle altre: Berlino e Tokyo per esempio, parlando in tono strategico ed anche culturale, nonostante tutto combatterono finché poterono, dando alla fine una facciata abbastanza stabile, seppur utilizzati solitamente come i cattivoni di taluni giochi. L’Italia invece si vide spaccata in due dopo l’otto settembre 1943, quando il governo Badoglio proclamò un armistizio che costrinse la penisola a patire una tremenda guerra civile che ancora oggi lascia il segno. Una guerra che ha creato delle partigianerie in due fronti che sembra vogliano ancora menarsi, mettendo quindi in seria difficoltà chiunque voglia parlare anche solo minimamente del contesto italiano in libri, film od anche videogiochi.
Lo si evince in Battlefield 1: considerato uno dei migliori capitoli della saga firmata DICE, tale videogame da la possibilità ai giocatori di vestire i panni anche delle truppe del regio esercito italiano che tra il 1915 ed il 1918 si scontrarono con le truppe asburgiche per l’annessione di molti territori di cultura italiana. Nonostante il successo, contornata non soltanto da un ottimo multi player ma anche da una breve ma intensa avventura in single player dove combatteremo con l’armatura Farina tra le vette del monte Grappa, DICE ricevette dal presidente dell’associazione alpini Sebastiano Favero una grossolana quanto nauseante critica nei confronti del videogioco che cito:
“Non ci sembra affatto il caso di trasformare un luogo sacro in un videogioco. Il Monte Grappa dovrebbe essere ricordato per il sacrificio di chi ha combattuto ed è morto lassù, dall’una e dall’altra parte, e non quindi essere riportato d’attualità in questo modo, con gente che spara e uccide, con sangue ovunque. Temi delicati, come quello della guerra, specie di questi tempi, vanno affrontati in maniera diversa e non in modi devianti come questo”
L’incongruente accusa, che critica un opera ludica che nonostante tutto va invece ad elogiare l’eroismo dei nostri caduti con una meccanica molto apprezzata dai giovani che meritano di conoscere di più della storia del proprio paese, è solo una piccola punta di un gigantesco Iceberg che porta le stesse case videoludiche ad evitare certi temi a vantaggio di altre fazioni che vengono invece ben apprezzate dai loro rispettivi giocatori.
A tutto questo si aggiunge anche un mercato videoludico come quello italiano ancora limitato, dove se i giochi tripla A hanno vita facile, generi di nicchia come i gestionali, gli strategici ecc sono abbastanza ignorati e ciò causa sempre meno traduzioni in italiano.
Ma non tutto è dovuto soltanto ad una mentalità anti italiana espressa dagli stessi italiani (di questo ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo video). Esiste anche un’arroganza estera che vede ancora la fazione italiana con lo stereotipo del “fucili datati e scarpe di cartone”. Vediamo la battaglia di El Alamein con l’unica presenza accettata di tedeschi ed inglesi, dimenticandosi degli atti di eroismo di unità italiane come la folgore che letteralmente si lanciò durante le ultime fasi dello scontro contro i carri inglesi con molotov ed ordigni d’ogni sorte. oppure il contesto dei sommergibili nell’Atlantico che vedono come protagonisti assoluti i tedeschi, dimenticandosi della presenza italiana che dalla base di BETASOM, Bordeaux, mandava i propri sommergibili con comandanti passati alla storia come Salvatore Todaro e Carlo Fecia di Cossato.
Quando avremo modo di vedere un videogioco che anziché limitarsi alle solite fazioni darà spazio all’Italia ma anche ad altre fazioni ancora meno considerate ma attive durante la guerra come la Romania, la Danimarca ecc? Beh, esistono già.
La lista dei videogames senza vincoli
Seppur non conosca tutti i capitoli con la presenza italiana o meglio ancora con la presenza di tutte le fazioni che parteciparono nella prima o nella seconda guerra mondiale, di seguito vi lascio la lista di alcuni dei titoli più interessanti che non hanno voluto limitarsi ai soliti cliché:
– Hearts of Iron 4: in questo complesso ma avvincente strategico in tempo reale avrete la possibilità di utilizzare praticamente qualsiasi fazione presente nel mondo del 1936-1948 e cambiarne le sorti. Con un arsenale di espansioni, e perché no anche di mod, avrete la possibilità di muovere interi fronti bellici con le vostre armate e progettare armamenti sempre più all’avanguardia.
– Panzers 2: seppur l’ultimo capitolo inerente al contesto jugoslavo sia alquanto dubbio, nei due capitoli a nostra disposizione, asse e alleati, avremo modo di utilizzare armamenti e mezzi delle fazioni che parteciparono attivamente in nord Africa ed in Italia; Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Seppur vecchiotto, è un prodotto che merita ancora attenzione ed è ancora in grado di regalare adrenalina e sfide.
– men of war assault squad 2: simile ad un company of Heroes, la presenza italiana in questo capitolo è apprezzata e molto realistica, dandoci modo di affrontare scontri con gli armamenti più iconici del nostro esercito dell’epoca.
–Isonzo, italian front: beh, che dire. Creato dagli sviluppatori di Verdun e Tannenberg, questo spara tutto realistico vi fionderà nelle trincee e nelle vette che segnarono le più importanti battaglie del fronte Italo-asburgico durante la prima guerra mondiale. Da Gorizia a Caporetto, dal Monte Grappa al Piave, potrete constatare un realismo di gioco invidiabile ed un’attenzione ai particolari davvero minuzioso che vi farà conoscere in prima persona un evento così importante della storia d’Italia.
A che punto stiamo con l’Agenda
Vorrei fare il punto sull’Agenda 2030 partendo da lontano, per meglio farvi comprendere come ogni notizia che ci offre la stampa, anche la più banale, […]